I.P.S.E.G. | Istituto Piemontese di Studi Economici e Giuridici
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N.10 – Procreazione assistita e Referendum

N.10 – Procreazione assistita e Referendum

A breve gli italiani dovranno decidere come comportarsi nei confronti dei 4 referendum abrogativi di alcune parti della legge 40/2004, legge che disciplina la fecondazione medicalmente assistita e la sperimentazione scientifica su cellule staminali.

ll nostro Istituto ritiene che una simile questione, coinvolgente aspetti etici e culturali che per la loro delicatezza non era opportuno affrontare con un Referendum, meriti almeno l’attenzione di una corretta ed esaustiva informazione, che metta ciascuno nella condizione di poter decidere conoscendo adeguatamente il senso e gli effetti dei quesiti referendari: chi infatti non si sente adeguatamente informato in una materia così complessa, dovrebbe astenersi dal votare.

Invece sino ad ora, salvo poche lodevoli eccezioni, c’è stata una vera campagna di disinformazione appoggiata da tutti i massmedia, La Stampa in testa, con il preciso scopo, sin dalla formulazione dei quesiti referendari, di creare un clima emozionale piuttosto che una corretta informazione, affermando falsamente che la legge limiti la ricerca su importanti e diffuse malattie o che non tuteli la salute della donna o che escluda senza adeguate motivazioni la fecondazione eterologa.

Un caso limite in questa vera e propria campagna di disinformazione è rappresentato da quanto scritto e detto sulle cellule staminali, poiché la parola d’ordine imposta dai referendari e dai media che si sono prestati a fare cassa di risonanza è che la legge impedendo l’utilizzo delle cellule staminali a fini di ricerca, impedisce la possibilità di cura di malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, le cardiopatie, il diabete, i tumori.

Esistono due tipi di cellule staminali dalle quali è possibile ricavare ogni tipo di cellule del corpo umano (cellule nervose, muscolari, del sangue, ecc.) con cui si possono “riparare” tessuti e organi, in quanto, opportunamente trattate, esse sono in grado di trasformarsi in cellule sane dell’organo da curare:

A) Cellule staminali ADULTE. Ricavabili dai muscoli, dal midollo osseo, dal sangue del cordone ombelicale, e da altri tessuti di persone adulte.
B) Cellule staminali embrionali. Ricavabili dalla soppressione di embrioni umani creati in laboratorio.

Cosa dice la legge sulle staminali? Confrontiamo le indicazioni per i due tipi di staminali:

A) Cellule staminali ADULTE. Si possono utilizzare senza nessun limite e senza nessun problema etico, perché si tratta di cellule dello stesso paziente (e quindi senza rischi di rigetto). La ricerca scientifica già ha ottenuto dal loro uso 56 terapie, efficaci contro malattie come cancri ovarici, linfomi, mieloma, leucemie, sclerosi multiple, talassemia, ecc.

B) Cellule staminali embrionali. Non si possono utilizzare per la ricerca perché dal momento della fecondazione, l’embrione è un individuo nuovo, dotato di un suo codice genetico, e quindi la legge lo tutela. Uccidere embrioni per fabbricare cellule staminali embrionali significa uccidere persone che attendono di nascere a questa vita. Inoltre non esiste a tutt’oggi (anche nei paesi che permettono questo tipo di ricerche) alcuna cura efficace con staminali embrionali, in quanto difficilmente controllabili nei loro processi di sviluppo.

I promotori del referendum hanno così creato confusione nella gente attribuendo alle cellule staminali embrionali i successi che invece sono stati ottenuti, esclusivamente, con cellule staminali ricavate da persone adulte (su cui è permesso fare ricerca dalla legge 40).

Per ovviare a tale situazione l’I.P.S.E.G. intende dare tramite il proprio sito una informazione sintetica ma completa sulla norma in discussione e sui quesiti cui si dovrà rispondere in occasione del Referendum.

La legge 40/2004 non va peggiorata con i referendum, non è una legge “cattolica” perché contempla la fecondazione in vitro (moralmente inaccettabile per i cattolici), ma pone dei limiti dove prima regnava il vuoto legislativo e, inoltre, disciplina la ricerca scientifica impedendo che si possano uccidere degli embrioni per ricavarne cellule staminali.

Noi riteniamo corretto non andare a votare perché: – Un referendum non prevede il diritto-dovere di andare a votare: possiamo anche astenerci dal voto. Se la maggioranza degli aventi diritto non vota, il referendum viene annullato, lasciando la legge inalterata;

– La legge 40/2004 non va peggiorata: se vincessero i SI i limiti sanciti dalla legge verrebbero meno e si tornerebbe al cosiddetto “far west procreatico”.

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