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“Credente animato di speranza e di carità’

“Credente animato di speranza e di carità’

Riceviamo in Redazione, e riportiamo, l’articolo a firma di Marco Margrita, pubblicato in data 13 Gennaio 2022 su “www.eupop.it

David Maria Sassoli è stato interprete originale di un progressismo cristianamente ispirato e dell’ideale europeo quale motore dell’estensione dei diritti.

“Credente animato di speranza e di carità, competente giornalista e stimato uomo delle istituzioni che, in modo pacato e rispettoso, nelle pubbliche responsabilità ricoperte si è prodigato per il bene comune con rettitudine e generoso impegno, promuovendo con lucidità e passione una visione solidale della Comunità europea e dedicandosi con particolare cura agli ultimi”. Questo il ritratto di David Sassoli tratteggiato da papa Francesco, nel suo messaggio di cordoglio. Parole che sicuramente restituisco bene l’immagine del presidente dell’Europarlamento scomparso prematuramente martedì, a soli 65 anni, e di cui domani si svolgeranno i funerali di Stato. In poche righe, il Santo Padre, riassume il profilo di un protagonista gentile di un cattolicesimo politico di marca certo differente da quello che cercano di elaborare e incarnare quanti spendono qualche fatica intellettuale nella Fondazione di cui queste colonne telematiche sono voce. Sassoli è stato, infatti, un europeista integrale (punto di contatto con noi, una “unità nella diversità” potremmo dire richiamando il motto dell’Unione Europea) formatesi in quel “cattolicesimo democratico” – tra Rosa Bianca e Lega Democratica – che ha prima teorizzato e poi realizzato l’assorbimento cinotico del sostantivo nell’aggettivo. Per dirla con uno dei “chierici” di quel filone culturale, Stefano Ceccanti,“Nell’impostazione di fondo c’era un rapporto molto libero con lo strumento partito.

L’identità era la tradizione cattolico democratica, non il partito (la Dc), e l’ambizione era comunque quella di un dialogo ravvicinato con le componenti riformiste delle altre aree politico-culturali, rispetto alle quali la diversità dei contenitori politici era vista più come un retaggio del passato che non come un confine invalicabile”. Dando a Giorgio La Pira le sembianze di Jacques Delors, abbracciando senza patemi il socialismo europeo e leggendo il popolarismo come una delle sfumature dell’arco conservatore, nella pratica del dialogo come metodo e valore, David Maria Sassoli è stato così interprete originale di un progressismo cristianamente ispirato e dell’ideale europeo quale motore dell’estensione dei diritti (non senza cedimenti a certi “falsi miti del progresso”). Rispetto al sogno di una forte unità politica continentale, convinto che credenti e laici possono insieme “riedificare quella casa per continuare a combattere gli idoli, abbattere muri, costruire ponti, dare corpo ad un nuovo umanesimo”, citando le sue parole pronunciate a Bari nel 2020, in occasione l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace” voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Una casa che desiderava, con il realismo dell’utopia, non imbrigliata nella stolta rigidità delle regole burocratiche (anche sul debito) e pienamente emancipata dalle gabbie dei castranti meccanismi intergovernativi.

Come ha ricordato Angela Mauro sull’Huffington Post, “Sognava un Parlamento europeo forte, dotato del potere di incidere davvero sulle scelte dei governi nazionali. Sassoli aveva la determinazione di ripeterlo questo mantra anche davanti ai leader degli Stati membri, nei suoi discorsi ai Consigli Europei. Sperava tanto nelle riforme della conferenza sul futuro dell’Europa, che dovrebbe dare i suoi ‘frutti’ in primavera. Ma intanto, ad ogni tornante della discussione europea, il presidente ha sempre voluto sfruttare ogni cavillo dei Trattati per far valere la parola decisa a maggioranza dal Parlamento, l’unica istituzione europea votata direttamente dai cittadini”. “Un convinto europeista, un sincero democratico e un uomo buono” possiamo dire con la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Un politico che del giornalista ha sempre mantenuto la consapevolezza della forza edificatrice della narrazione e del simbolo. Un grande italiano che ha sempre avuto avversari e mai nemici. Se non ranherianamente anonimo, un cristiano per molti versi anomalo che ha lasciano un segno.

[Fonte: https://www.eupop.it/pages/news.cfm?news_ID=4142]

 

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